Di
una persona di bassa statura, magra, saltellante,
ridicola, diciamo: mi pare 'Scicchegnacco int'
'a butteglia'. Qualcuno magari va con il pensiero
alle bottiglie di liquori che fanno vedere penduli
nell'acqua oggetti di vario genere. E invece,
no. La frase si richiama al cosiddetto 'diavoletto
di Cartesio'. Il grande filosofo e matematico
francese aveva infatti creato un apparecchio che
serviva a studiare le diverse condizioni in cui
può trovarsi un corpo immerso in un liquido.
Si trattava di un recipiente di vetro quasi completamente
pieno d'acqua e chiuso da una membrana elastica.
Nell'acqua era posta una figurina di vetro, cava,
con un forellino all'esterno. Premendo la membrana
l'acqua penetrava nel diavoletto comprimendo l'acqua
contenuta in esso. Il peso del diavoletto aumentava
ed esso scendeva verso il fondo, poi risaliva
e, così continuando, si poteva farlo saltellare.
Ecco lo 'scicchegnacco'. Ma perché questo
nome? La parola va riferita a voci espressive
come 'nicchinocco'="milordino", 'niccinonno'
(che è lo stesso), e soprattutto allo spagnolo
'niquenaque', voci espressive che contengono una
forte carica dispreggiativa. Infatti 'naque' indica
un 'mucchio di cose inutili e ridicole'
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